In tanti anni di felice collaborazione con Delta, non ero mai stata a Napoli a visitare gli uffici e la fabbrica.
Finalmente, invitata e sollecitata più volte da Nino Marino, ho preso l’aereo e sono andata.
Il viaggio è stato decisamente proficuo: oltre alla conoscenza personale e alla panoramica dei macchinari, adesso vi racconto cosa mi sono portata via.
Naturalmente accoglienza cordialissima, nel più verace stile napoletano.
Appena atterrati siamo stati prelevati in aeroporto da Nino Marino in persona che ci ha portati in una famosa pasticceria – mi dispiace solo di non aver fatto una foto dell’offerta di sfogliatelle, babà, zeppole, paste e brioches di ogni tipo e soprattutto di ogni dimensione! – perchè ovviamente non si può andare a Napoli e non bere un buon caffè subito!
Lo stabilimento Delta è bellissimo.
Grande, luminoso, ordinato e pulito, non sembra neppure che ci siano delle lavorazioni che per loro natura “sporcano”: polveri, metalli, trucioli di resina, olii industriali, eppure è tutto in ordine.
La sala d’ingresso è lussuosa, tutta in bianco nero e arancio, con le vetrinette illuminate che espongono le glorie della produzione Delta dal 1982 alla chiusura del 2017. Tanto spazio al piano di sopra, grande open space, tante scrivanie che lasciano immaginare altri tempi, quando tante persone ci lavoravano. Adesso c’è meno personale, ma c’è molta più efficienza, vedremo perchè.
Stabilimento e magazzino
Nino Marino aveva chiuso il portone di Delta nel 2017; e dopo 5 anni di fermo l’ha riaperto, per la nuova gestione. Hanno dovuto fare dei lavori, naturalmente, per riportarlo allo stato in cui l’ho visto io; e tanto c’è ancora da fare, per verificare e inventariare il magazzino di semilavorati, minuterie metalliche, barre di resina e di celluloide.
La quantità e la varietà sono impressionanti.
Stanno anche ritrovando le scatole, la pelletteria Markiaro, le garanzie, gli shopper. E’ un lavoro immane.
Anche perchè nel frattempo la produzione sta andando avanti a pieno ritmo, con tante novità in ognuno dei 4 marchi della società: Delta, Maiora, Nettuno 1911 e NinoMarino Signature.
Questo è possibile grazie alla tecnologia ultramoderna e ultraefficiente di cui lo stabilimento è stato dotato. Torni automatici, spingibarre automatico, torni manuali, stampa 3D e incisioni al laser.
Un grande cambiamento rispetto alla produzione “normale” della vecchia Delta o di quasi tutte le fabbriche di penne attualmente sul mercato.
Quando una penna esce dal tornio, però, riporta i segni di lavorazione. Prima vanno carteggiate, poi pulite e sgrassate, e infine lucidate.
In questo video vediamo la spazzolatura, con sapone blu bio.
Naturalmente la tecnologia non esclude la manualità.
Alcune forme particolari, come ad esempio le Maiora Golden Age – che Nino Marino ha definito “Ultra Ogiva” – hanno bisogno di essere rifinite a mano.
Le penne
Ho visto tutte le novità che usciranno fra poco: dalle Dune, belle e nuove, oltretutto a prezzo contenuto, considerando che hanno caricamento a stantuffo; alla Alessandro Manzoni in diverse varianti (e non sapevo ancora quale sarebbe stata scelta), alle Write Balance in tanti colori di resina.
E le Nettuno Superba! Che sono veramente magnifiche, tutte: sia quella nera lucidissima (grazie alla speciale spazzolatura/lucidatura?), sia quella madreperlata marmorizzata, nei toni del verde-marrone, sia la limitata in celluloide verde-grigio, con quelle venature ad arco che riprendono lo stile vintage del modello degli anni ’30.
Le esclusive
Come già sapete, mi sono stati proposti dei pezzi NOS (new old stock).
Sul sito di Giardino Italiano li trovate identificati dal marchietto
Una era la Gallery (chi non se la ricorda?), gialla con delle venature colorate molto variegate; antesignana del trend di penne variegate che sta avendo così successo negli ultimi 2-3 anni.
Ce n’erano 20 pezzi solamente, tra quelle con finiture argento e quelle dorate; tutte esaurite in pochi giorni.
E la Blue Moon, della stessa famiglia ma mei toni del blu e del rosso, molto variegata, con caricamento a stantuffo e finestrella d’ispezione, che monta un pennino 14kt.
I pezzi sono tutti originali, tranne il pennino che è nuovo, della Jowo, disponibile in moltissime punte: EF, F, M, B, Stub, Flex F e Flex EF.
Le penne sono tutte numerate, e dopo il ritrovamento sono state tutte smontate, revisionate, e collaudate.
Potevo resistere? No, ovviamente, quindi le ho prese tutte.
Chi è iscritto alla mia mailing list ha già ricevuto l’offerta qualche settimana fa (perchè c’è pure un’offerta, essendo pezzi NOS) e magari l’ha anche già ordinata. Ne sono rimaste poche, quindi chi ci sta pensando faccia attenzione perchè l’offerta è valida solo fino ad esaurimento.
I protagonisti
Ed eccoci qui per la foto di gruppo in ufficio:
Da sinistra: il responsabile tecnico e socio di Maiora, Gianfranco Raimo; Nino Marino; io; Corinna Marino, la figlia maggiore, che con infinita pazienza testa tutti i pennini uno per uno prima della spedizione; Oksana Kit, la compagna, il braccio destro che conosce e riconosce tutti i minimi componenti di ogni modello. Perchè tutti noi sappiamo riconoscere una penna quando è intera: ma vi sfido a comporre il puzzle con sicurezza e abilità partendo da centinaia di pezzi diversi.
Comunque i NOS non sono finiti.
Non voglio togliervi la sorpresa, ma sarà bella, sappiatelo. Qui vedete un indizio:
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La mia visita alla Delta e’ stata un’esperienza emozionante ed educativa allo stesso tempo. Vedere i luoghi di produzione e parlare con i leader della Delta mi hanno immersa in quello spirito di qualita’ ed attenzione ai dettagli che fanno dell’Italia uno dei piu’ rinomati e riconosciuti attori internazionali della manifattura nel mondo.
Ringrazio la Delta per la disponibilita’ e per la loro preziosa collaborazione con Giardino Italiano!
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Susanna Buffo
Giardino Italiano
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