Sono passati circa 5 anni da quando il marchio Stipula è sparito dal catalogo di Giardino Italiano.
Eppure Stipula c’è ancora, viva e vegeta.
Ho parlato con Luca Viti, recentemente (socio e responsabile del reparto penne) e mi ha convinta a ripensarci.
Con piacere, devo dire.
Mi mancavano, le Stipula. Sono sempre state penne belle, interessanti, chic. Mi ricordano quelle signore dall’eleganza gentile, che non vogliono stupire con capi all’ultima moda ma in cui tutto è perfettamente intonato e a posto.
Però avevo un po’ di cose da chiedere, a Luca Viti; e adesso vi racconto com’è andata.
Come alcuni forse ricorderanno, nel 2013, dopo alcuni anni di grande difficoltà, la Stipula venne acquistata da un’azienda che commercializzava oggetti promozionali (Antiche Fabbriche Firenze). Nonostante le grandi aspettative di risanamento e innovazione, a Stipula non vennero dedicate le risorse necessarie, e continuò il periodo di scarsa offerta, scarsa produzione, scarsa commercializzazione, con grande scontento e difficoltà di tutti i soggetti coinvolti, rivenditori e clienti. In seguito venne ceduta a Idea Prima, un gruppo fiorentino molto attivo nel settore del merchandising che finalmente sta riportando l’azienda alla ribalta.
Susanna Buffo: Dott. Viti, ci riassume brevemente la storia di Stipula degli ultimi 4-5 anni?
Luca Viti: Stipula è stata in coma per qualche mese nel 2013 e si è poi ripresa gradualmente, puntando su una clientela selezionata. Producendo soprattutto per esclusivisti, come peraltro ha sempre fatto.
Con Maurizio Baschi (imprenditore di lunghissima esperienza nel settore della moda e della comunicazione, a cui fa capo Idea Prima) e grazie alla sua sensibilità estetica e al suo senso della tradizione, si è potuto disegnare un nuovo percorso, fatto di recupero di contenuti storici e abilità specifiche nella manifattura degli artigiani fiorentini. Con la massima attenzione a materiali e a concetti di servizio moderni.
Susanna Buffo: A catalogo vedo nomi conosciuti: Etruria, Suprema, 22, Modello T, Passaporto, che già c’erano 5 anni fa. Cosa è cambiato da allora?
Luca Viti: le collezioni storiche si confermano per Stipula degli “intramontabili”; rappresentano in effetti dei momenti chiave nell’evoluzione del marchio. Per noi è chiaro che qualsiasi elemento di novità non possa che informarsi al nostro DNA, fatto di classicità e grande cura del particolare.
Però molti dei modelli esistenti sono stati resi oggetto di affinamenti tecnici, e migliorati.
Susanna Buffo: Per esempio i pennini?
Luca Viti: Sì, questo è il maggior vanto di Stipula. Nel 2014 abbiamo rilevato Globus, storica manifattura di pennini di Bologna, che aveva cessato di operare negli anni Cinquanta.
Adesso facciamo i pennini in casa! Finalmente svincolati dallo strapotere del cartello dei produttori stranieri e dai loro costi esosi. Siamo tra i pochissimi a farlo, in totale controtendenza con un certo vecchio approccio che considerava la penna di qualità come un accessorio essenzialmente decorativo.
In realtà oggi più che mai abbiamo la conferma che il pennino resta il cuore della scrittura, e i pennini Stipula adesso sono straordinariamente vari e prestanti.
Li fabbrichiamo a mano secondo le indicazioni dei maestri artigiani degli anni ’30 e ’40 e con attrezzature d’epoca. Dalla fusione in staffa del metallo vergine, alla laminazione, alla formatura della lamina e all’applicazione della punta di iridio, tutto è realizzato, calibrato e controllato a mano internamente.
Lo storico T-Flex in titanio – un calligrafico a misura unica messo a punto una quindicina d’anni fa – adesso è affiancato dal V-Flex in acciaio, un pennino flessibile dal taglio maggiorato (il taglio va dalla punta all’innesto nell’impugnatura) che si flette con la pressione naturale dello scrivere. La punta è tra il fine e il medio (intorno a 0,75 mm) e arriva fino a uno Stub largo (circa 1,3mm).
Anche i pennini in oro della famiglia Sti-Flex (in oro 14kt e 18kt) hanno una formidabile risposta elastica, garantendo quell’effetto flessibile così apprezzato oggi. Dovuto sia alla formulazione della lega dell’oro, che alla tecnica di laminazione – che porta a differenziare drammaticamente tra la punta e la base – che alla loro stessa forma, così rastremata verso la punta.
Sono proposti in moltissime misure. Si parte da un Ultrafine (UF) – che corrisponde a un tratto di 0,45 mm – e da un Extrafine (EF) – con tratto da 0,60 mm; per salire al Fine, Medio e Largo (B), con disponibilità di due punte calligrafiche, Stub 0.90 e Stub 1.10 mm.
Susanna Buffo: Bene! Sono sicura che i collezionisti saranno impazienti di testare questa nuova famiglia di pennini!
Rivedo a catalogo la penna Suprema, in nuove declinazioni, che ricordo come una bella penna (e piuttosto costosa), che però in molti casi aveva qualche problema di caricamento.
Luca Viti: La Suprema è stata riprogettata, sempre intorno al sistema vacuum di Stipula, il Torricelli . Abbiamo eliminato i problemi di giunzione tra impugnatura e serbatoio, e migliorato così tanti dettagli costruttivi da poter dire che è rimasta uguale solo l’estetica, così classica e sobria, e il nome. Non ci sono quasi più pezzi incollati: la penna è tutta filettature e guarnizioni, basata su interferenze meccaniche, ed è completamente smontabile. Il che è di grande vantaggio per la pulizia e la manutenzione, che può essere gestita dal possessore con grande facilità.
Suprema ha ancora grande capacità di inchiostro ed è assai equilibrata nel peso: un vero gioiellino di meccanica.
Susanna Buffo: come mai allora costa molto meno?
Luca Viti: Abbiamo cambiato l’approccio alla penna bella, valida, di pregio. Adesso viene proposta in partenza con pennino in acciaio invece che in oro, e quindi ovviamente il prezzo si dimezza.
I nostri pennini acciaio sono comunque di elevata prestazione e anche belli da vedere; e poi c’è il V-Flex che, allo stesso prezzo di un pennino acciaio tradizionale, ha una flessibilità che fa invidia a molti pennini d’oro.
Susanna Buffo: In che modo Stipula si sta preparando a tornare sul mercato?
Luca Viti: Non lo abbiamo mai lasciato, ovviamente, ma c’erano degli impegni contrattualizzati nei mercati esteri che ci hanno tenuto concentrati molto più del previsto, con esclusive di progettazione e fabbricazione.
Sul fronte delle “cose concrete”, abbiamo un nuovo stabilimento produttivo a pochi minuti dalla piazza della Signoria di Firenze, notevolmente potenziato nelle attrezzature e riorganizzato nella logistica, proprio per rispondere alle esigenze di rapidità e affidabilità del mercato attuale.
Diversi nuovi modelli sono oggi in gestazione e saranno pronti nel corso del prossimo anno. Ma prima dobbiamo riaprire un dialogo organico con il mondo degli amatori, dei collezionisti e di tutti i clienti.
Susanna Buffo: Ci può accennare qualcosa sui nuovi progetti?
Luca Viti: Da sempre siamo affascinati dai sistemi di caricamento a scomparsa: i movimenti nascosti e inaspettati che rendono la penna un’autentica curiosità meccanica in miniatura. Abbiamo prodotto le penne retraibili sin dagli anni ’90 (91, Etruria Ritraibile, le capless Da Vinci e Carbon T). Ora stiamo per compiere un ulteriore passo in tale direzione: modelli capless di diversa concezione rispetto alla Da Vinci, e sistemi retraibili a pistone.
E poi la ricerca sui materiali, che ci porta sempre più verso applicazioni insolite sia dei metalli, sia dei materiali compositi, con una attenzione primaria alla riciclabilità, alla durevolezza, alla possibilità di ricondizionare e manutenzionare. Lavoriamo molto sulla fibra di carbonio, ad esempio.
Susanna Buffo: C’è qualcos’altro che vuole farci sapere?
Luca Viti: Stipula è oggi una squadra giovane, guidata da alcuni veterani. Ci divertiamo molto insieme e sentiamo di non appartenere a un mondo passato, ma di essere primizia di quella bellissima rinascita della scrittura manuale che è in corso nel mondo.
Per festeggiare questo ritorno insieme con i clienti che amano le stilografiche e le usano, fino a Natale per ogni penna acquistata un pennino in acciaio in omaggio, a scelta tra normale o V-Flex.
Buona scrittura!!!
Susanna Buffo
Giardino.it