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teschio
Il teschio: ossa bianche su uno sfondo nero come la notte, musica trasgressiva, pirati, sostanze velenose, pericolo, morte. Queste sono le associazioni mentali veicolate dal simbolo oggi. Eppure, sin dai tempi più antichi il teschio era non solo un simbolo positivo, ma soprattutto un promemoria delle massime potenzialità umane, nella loro accezione più divina. Montegrappa ha riscoperto il suo antico e profondo significato e ad esso ha dedicato una penna della serie Fortuna: Skull.

Non HAI un’anima SEI un’anima, HAI un corpo.
– C.S. Lewis (1898 – 1963)

Un simbolo dal significato perduto

Dai Maya nell’America centrale agli Etruschi in Europa, il teschio era un diffuso simbolo per ornare i luoghi abitati dall’uomo. Lungi dall’essere un simbolo di morte, esso era, al contrario, un simbolo di buon auspicio, che richiamava alla vita e alle potenzialità dell’uomo. In queste culture era diffusa la convinzione che l’essere umano, in quanto anima dotata di un corpo (e non viceversa), contenesse in sé un barlume divino, e dunque potesse essere dotato di potenzialità che andavano al di là del visibile e del corporeo.

Nel medioevo questo concetto venne reinterpretato dai filosofi come “memento mori”, “ricordati che sei mortale”. Il teschio, in poche parole, rappresenta una custodia corporea dell’anima (la mente) e se questa “custodia” ha una natura transitoria, l’anima è invece immortale. Da qui alle filosofie che credono nella reincarnazione il passo è molto breve, e il concetto di vita eterna dell’anima – che prosegue il proprio viaggio di corpo in corpo – si espande alle culture del mondo intero, affondando le radici all’alba dei tempi.

Il teschio come simbolo di opportunità

piratiIn questo contesto, i filosofi di ogni epoca concordano sul fatto che pensare alla propria morte fisica aiuti l’uomo ad aprirsi alle domande più significative sulla propria esistenza. Pensando alla morte si comprende la voluttà dei piaceri materiali e ci si apre alla contemplazione su un piano cognitivo diverso, quello dell’anima. Quando contempliamo l’abbandono dell’anima dal nostro corpo, contempliamo noi stessi nel profondo, ci eleviamo ad un livello superiore, troviamo il tesoro nascosto dentro di noi.
Da qui deriva probabilmente l’utilizzo del teschio e delle ossa incrociate come simbolo della pirateria, che di tesori nascosti ne sapeva qualcosa…

Gli uomini, dei sulla terra

Sul culto della vita eterna erano maestri gli Egizi, che consideravano l’essere umano come un dio caduto temporaneamente nel mondo materiale. Il concetto è stato poi ripreso e trasformato dalla mitologia cristiana dell’angelo caduto sulla Terra, e poi connotato negativamente come tutti sappiamo. Anche in ebraico, la parola Shekinah si traduce in “Dio abita in noi.

E’ però interessante osservare come già nell’Ottocento si cercasse di recuperare una valenza spirituale del simbolo del teschio: “Il cranio e le ossa incrociate sono un continuo richiamo alla natura spirituale, che si libera solamente dopo la morte concettuale del lato sensorio della persona,” scrisse Albert Pike.

Otello

Shakespeare – Amleto (da Wikipedia)

Il teschio, insomma, è il simbolo di questa liberazione, preludio per l’elevazione dell’anima ed al raggiungimento della sua piena potenzialità, non più prigioniera del mondo corporeo.

La vita come sogno

Shakespeare sembra fare riferimento in vari suoi celebri versi alla natura onirica della vita umana: l’idea forse non è del tutto nuova. Per i religiosi e i maestri spirituali dell’antichità il cranio è un promemoria del fatto che ciascuno di noi è un’entità superiore – divina – che ha creato il proprio corpo mortale: la vera vita è altrove, nell’etere, e ciascuno di noi sta sognando di vivere sulla Terra. La morte sopraggiunge quando il sogno finisce, e noi ci svegliamo.

Montegrappa Skull, simbolo di fortuna

FortunaSkullMano

E’ proprio qui che si inserisce Skull di Montegrappa, penna in resina nera con finiture in rutenio, decorata con piccoli teschi opacizzati sul fusto della penna e un grande teschio inciso sul cappuccio, impreziosito da uno zircone nero incastonato nella dentatura.

Il caricamento è cartuccia/converter ed il pennino in acciaio è rifinito in rutenio, un materiale raro che conferisce una particolare resistenza all’acciaio.

FortunaSkull

Non a caso, Montegrappa Skull è stata inserita nella serie Fortuna: grazie ad essa teniamo nella nostra mano un la consapevolezza della nostra vera natura, del nostro potenziale inespresso, pronto a scaturire dal pennino della nostra penna.

 

Fortuna Skull by Montegrappa è disponibile su Giardino.it.

 

 

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