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10 risposte da Stipula

Luca VitiQuesta intervista in realtà è cominciata quando ho chiesto direttamente  a vari utenti e collezionisti cosa avrebbero voluto sapere da Luca Viti, direttore generale di Stipula. Ho raccolto moltissimi spunti interessanti, che ho ristretto a 10 domande, alle quali il dott. Viti ha avuto la pazienza (notevole, vista la lunghezza del testo) di rispondere… ed ecco le risposte.

Giardino Italiano: Da diversi anni la bandiera della Stipula è l’Etruria, in tutte le sue varianti.
La prima domanda è chi l’ha inventata (e come mai il suo nome non è assurto alla gloria degli dei delle penne).
C’è in programma un nuovo modello che la affianchi o la sostituisca?
Potrebbe essere la Modello T?
Renzo Salvadori

Renzo Salvadori

Luca Viti: “Etruria” è in effetti una famiglia storica di Stipula. Fu introdotta ben ventuno anni or sono da Renzo Salvadori e dal suo insuperato gusto per la purezza delle linee e per l’equilibrio delle forme. Ma ancora oggi mostra una vitalità stupefacente.
Anzi debbo dire che l’anno in corso prevede un rinvigorimento di questa icona Stipula con l’inserimento di nuovi colori, dimensioni e varianti.
Non credo che Etruria sia da sostituire, ma piuttosto da affiancare costantemente con nuove linee che seguano più da vicino l’evoluzione del gusto e dell’ispirazione estetica.
E’ certamente cosí per la Modello T che voi citate, forte di un tratto contemporaneo e innovativo anche dal punto di vista costruttivo, volta all’essenziale e pur sempre attenta alla raffinatezza funzionale ed estetica. Pennini T-flex , dall’eccezionale risposta elastica e caricamento combinato con serbatoio a tenuta di inchiostro. Tutto ció ne fa un prodotto di grande attualità. Ma Etruria resta il DNA Stipula. Un’icona appunto.

celluloideGiardino Italiano: Parliamo di materiali, in particolare di celluloide, così difficile da reperire e produrre. Avete mai pensato di occuparvi della produzione, direttamente o indirettamente, realizzando colori veramente nuovi in Europa?
E a proposito di colori: per le penne di fascia alta abbiamo visto ormai tutte le varianti di terra toscana, a quando colori diversi?
Luca Viti: La celluloide rimane uno di quei materiali complessi, di cui solo una produzione artigianale è capace. Un materiale cosí tuttavia non si lascia facilmente trattare se non in un impianto chimico. Noi ci occupiamo di fabbricazione meccanica e orafa e non di chimica . Non è realistico pensare di integrare tra loro due ceppi artigianali cosí profondamente diversi. Tuttavia la celluloide conferma quanto il processo di creazione di un prodotto di qualità renda indispensabile il concatenarsi di competenze e sensibilità diverse, tutte finalizzate al bello e all’esclusivo.
semilavoratiOgni produzione di celluloide ( ma vorrei dire ogni produzione di materia prima) segue una stretta logica di cooperazione tra chi appronta la formulazione chimica e chi ne indica i requisiti finali. Solo questo garantisce di poter vedere quelle che voi definite tutte le varianti di terra toscana nelle nostre celluloidi.
Comunque un nuovo colore di celluloide – molto legato alla tradizione – è stato messo a punto. Tra non molto cominceremo a rilasciarlo nelle produzioni di alta gamma. 
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Giardino Italiano: Dimensioni: ci si sta sempre più orientando verso penne piccole? (Prima La 91, poi la Passaporto, ora la nuova Bon Voyage). Ci sarà in futuro una penna, di fascia media, di grande dimensioni, soprattutto all’impugnatura, che spesso viene percepita come troppo sottile?
Passaporto
Luca Viti:  Mobilità. Questa è una delle intuizioni chiave che abbiamo seguito nello sviluppo dei piú recenti disegni come La 91, Passaporto e fra poco Bon Voyage. Una penna che sia pratica per dimensioni, condizioni di utilizzo, capacità di carica, in tutte le situazioni di vita e professionali.
La penna è la piú gioiosa ma al tempo stesso la piú discreta compagna della nostra giornata. Deve potersi custodire senza ingombro e senza l’incubo di restare a secco. E a questo criterio rispondono specialmente Passaporto e Bon voyage.
Per modelli di dimensioni piú consistenti in un segmento di prezzo medio, stiamo per uscire con un paio di linee. E qui credo che troveranno soddisfazione anche coloro che amano impugnature piú sostanziose.
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Giardino Italiano: Il prezzo: le stilografiche sono sempre più costose; sarà possibile produrre una penna a stantuffo economica (di prezzo inferiore alla Vedo)?
Luca Viti: La Vedo nella versione a pistone costituisce già di per sé uno sforzo eccezionale di contenimento del prezzo di acquisto.
Se si considera che la penna è interamente realizzata per tornitura da barra e che ha quindi requisiti di manualità e durevolezza che non hanno riscontro in prodotti della sua categoria, si capisce che siamo veramente al limite.
Vedo Demonstrator
Ma Stipula è da sempre alla ricerca di un incremento del valore per la propria clientela.
Quindi non escludo che il pistone fisso possa essere applicato – fermi i criteri di qualità e artigianalità attuali – in linee ancora piú popolari nel prezzo.
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pennino oro 18 ktGiardino Italiano: Ed eccoci ai pennini. La grande quantità di scelta di pennini è sempre stata enormemente apprezzata dagli estimatori della stilografica.
Originariamente EF, F, M, B, Stub 0.9, 1,1, 1.3, 52°, OB e OBB. Dopo un certo periodo di incertezza, sembra ormai definito che i pennini in acciaio saranno solo F, M, BB e 0.9; quelli in oro riservati alle limitate, invece, saranno tutti disponibili. Ce lo conferma?
Molti collezionisti però lamentano l’enorme difficoltà a trovare nei negozi i pennini “speciali” ad esempio il 52°, per il quale occorrono ordini speciali e tempi lunghi. Non pensa che pubblicizzandoli adeguatamente, se ne aumenterebbe anche la richiesta, e quindi la disponibilità nei negozi?
Luca Viti: Il pennino è il cuore pulsante della stilografica. Esso deve battere in sincrono con il cuore di chi la possiede. Pennini diversi si addicono a personalità differenti, ognuna coi propri stili di scrittura. Ma c’è qui un elemento di curiosità e evoluzione che spinge alcuni a spaziare verso misure e specialità nuove.
Il T-flex (un innovativo pennino in lega di titanio) è l’impegno che ci siamo assunti con maggiore decisione negli ultimi due anni. Esso consente un tratto di eccezionale duttilità, fortemente personalizzabile e sorprendentemente piacevole per chi ami una forte espressività della propria scrittura. Per questo lo proponiamo in molte collezioni.
Non per questo viene meno l’insostituibile carattere dell’oro. In particolare la formulazione dei nostri 18 carati, noti per la morbidezza un po’ sostenuta, capace di ottima resa anche per chi ama la precisione e austerità di un tratto fino, e che ne fanno un pennino con personalità distintiva nel panorama dei pennini in oro.
Il 52 gradi è una di quelle perle preziose, purtroppo molto ardue da spiegare senza la collaborazione dei rivenditori. E’ una punta che risente dell’angolo di scrittura sull’asse verticale. Allarga il tratto verticale quando mi appiattisco sulla carta e viceversa per il tratto orizzontale. Ma l’unico modo per comprenderne la portata è poterla provare, magari in compagnia di una persona piú esperta.

pennino T-Flex

Giardino Italiano: Riguardo al pennino T-Flex, disponibile ormai su tutte le penne, diversi collezionisti mi chiedono se verrà prodotto anche con una punta più fine, in modo da apprezzare maggiormente la variazione di tratto.
Piacerebbe anche che fosse incrementata la flessibilità: è possibile?
Luca Viti: La punta del T-flex consente un tratto che va oggi tra 0,7 mm e 1,2 mm circa . Purtroppo partire da un tratto piú fine di questo pone una serie di rischi che per ora non ci sentiamo di affrontare. Scendere al di sotto 0,7 mm ci esporrebbe a rischi di piegatura della punta nell’uso corrente assai elevati.
Ma siamo alla ricerca di soluzioni a questo problema. Sappiamo bene quanto i pennini flessibili della tradizione consentissero partenze finissime. Ci arriveremo. Pian piano.
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Giardino Italiano: In media quante penne vengono prodotte all’anno? L’attuale produzione è proporzionata alla capacità dell’azienda, o ci sono piani di espansione? E nel caso, non c’è il rischio di perdere lo spirito artigianale privilegiando quello industriale?
MiniaturaLuca Viti: Lo scorso anno 2011 abbiamo prodotto circa ventimila penne. Grazie a collaboratori di grande professionalità e a un modello organizzativo di forte flessibilità possiamo espanderci nelle quantità. Ma questo non rappresenta affatto una priorità. Il nostro obbiettivo centrale è continuare a rappresentare una risorsa di creatività e unicità per gli amatori della scrittura nel mondo.
Siamo inguaribilmente artigiani, purtroppo per voi! Scherzo ovviamente. Ma credo che i difetti dell’artigiano, con le sue idiosincrasie e i suoi incorreggibili tic, sia in fin dei conti una garanzia per coloro che “si immergono” con gioia nel prodotto e sono capaci di goderne appieno.
la Stipula al completo

La Stipula al completo

Giardino Italiano: Qual è il numero minimo per una produzione limitata, ad esempio per un’occasione speciale, e chi bisogna contattare per realizzarla?
Ad esempio, se uno dei vostri affezionatissimi clienti volesse farvene produrre una sola, solo per lui, sarebbe possibile?
Luca Viti: Per dei pazzi missionari della scrittura come noi non ci sono regole fisse e inalterabili. Tutto è stimolo e ricerca.
Normalmente il minimo per una serie è di almeno 50 pezzi. Ma capita sovente di lavorare su progetti con tirature ancora piú piccole o addirittura ci cimentiamo col pezzo unico.
Dipende dalla simpatia del progetto. E talvolta dalla simpatia del partner. Siamo facili ad innamorarci di una bella idea.
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Giardino Italiano: Come vede il futuro delle penne stilografiche? Dopo la concorrenza delle penne a sfera usa e getta, e ora dei computer, resta solo il ruolo dello status-symbol?
Luca Viti: Se mi chiedete se sia indispensabile una penna stilografica per comunicare per iscritto, ovviamente non posso che rispondere che la stilografica è quanto di meno pratico si possa adottare per scrivere . Ma mi piace sempre ricordare quello che mi confessò un nostro cliente di Seattle. Questi – direttore del personale in una delle principali banche d’America – ebbe a dirmi di aver dovuto passare alla stilografica per dare spessore e impronta personale alla corrispondenza che indirizzava ogni giorno ai dipendenti della banca. Dalla lettera di congratulazioni per la promozione agli auguri per qualche evento straordinario al congedo o magari al licenziamento in tronco.
Avete mai ricevuto un biglietto vergato a mano con una stilografica ? E non dico una lettera sentimentale, ma magari una corrispondenza professionale. Che differenza enorme!
La scrittura a mano, specialmente in tempi di automatizzazione delle comunicazioni, può restituire a un semplice messaggio la dignità personale. Per questo il futuro della scrittura a mano lo vedo radioso. C’è un percorso da affrontare, ma il successo di ritorno di questa forma di comunicazione è nella natura delle cose.
La penna come segno dello status sociale non è altro che una conseguenza di questa caratteristica di maggiore “dignità” della scrittura vergata a mano.
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Giardino Italiano: E’ molto sentita l’esigenza di informazioni reperibili online, cosa di cui il sito Stipula è piuttosto carente.
Mi suggeriscono una maggiore attenzione a questo aspetto, sia per il nuovo che per il vecchio. Non era prevista una sezione Museo, qualche tempo fa?
Luca Viti: Che posso dire ? Ci stiamo lavorando. Comunque grazie per avermi ricordato che la cosa è urgente.
Un ringraziamento intanto vada anche a Giardino italiano e alla sua capacità di farci dialogare in rete  con questo vasto mondo di curiosi e appassionati della scrittura.
Grazie ancora e un caloroso saluto da parte di tutti noi pennaioli di Stipula a quelli che ci incoraggiano e ci seguono.
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Susanna Buffo

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